I Senzatetto e una favola di difficile digestione

Senzatetto – La favola di Christian
I senzatetto è  il progetto di Cosimo Pepe (chitarre/autore) Vito Morrone (voce/batteria) Lino  Vuocolo (tastiere) Tommaso Bergamo (voce) Antonio di Novi (Basso) e Amedeo  Probo (autore). Il gruppo propone canzoni con forti contenuti sociali.

 Dalla loro biografia:
“La favola di Christian” narra la  storia purtroppo vera di un ragazzino di 12 anni, cresciuto in un paese  in guerra, con la passione della corsa, che sfida il mondo intero  continuando a rincorrere il suo sogno con una gamba sola.

Voce : 7/10
Buona padronanza dello strumento, nel tipico stile del bel canto italiano. Anacronistico a dire il vero, anche se tecnicamente ineccepibile. Mi riporta agli inizi del 2003 quando un signore di nome Daniele Groff cantava “..da bambino io giocavo nel finto campo di grano..” chissà che fine ha fatto poi?! Ma torniamo a noi. L’interpretazione è troppo enfatica, sovraccarica un testo che risulta già di difficile digestione. Nostalgica.

Musica : 5/10
Le troppe parti scollate fra di loro distolgono l’attenzione al brano e anche ai concetti che la canzone voleva esprimere.
Da questo brano potevano nascere almeno 3 tracce diverse. Eccessiva.

Testo 4/10
I nomadi del buon vecchio Daolio, affrontavano temi sociali caldi, e lo facevano con lo stile del loro tempo, ma sopratutto con semplicità nella stesura dei testi (complice un certo Guccini). Apprezzo lo sforzo fatto nel cercare di portare alla luce una storia particolare, che ruota attorno al tema delle mine antiuomo. Ma la musica è una forma d’arte che ha le sue regole, richiede equilibrio tra verso e contenuto. In questo testo tutto è palesato, troppi i luoghi comuni (la neve che si scioglie al sole può bastare), troppa enfasi, insomma c’è troppo. Comunque bravi nello scegliere di fare musica trattando argomentazioni come queste.

Arrangiamento : 6/10
Stilisticamente rispettoso, il brano è ben eseguito e ben arrangiato. Si avverte il lavoro fatto con le voci e le chitarre. Gradevole il pizzicato finale. Peccato solo per alcune parti che potevano essere registrate con strumenti veri, ad esempio gli archi. Buono.

Video : 5/10
Il videoclip è girato bene e presenta un soggetto definito.  Le ambientazioni, volutamente scelte per oggettivare la distruzione dell guerra, risultano azzeccate. Tutto già visto intendiamoci, ma va riconosciuto che il prodotto è ben confezionato e realizzato.
Ma veniamo al perchè del voto 5.
L’effetto della maschera di colore (arancione) sulla sciarpa che svolazza e sugli occhiali del batterista trasformano il tutto in un esperienza simil-trash. Come mettersi in estate, una pelliccia sopra il costume. Altra scelta confutabile è il grido di dolore del militare che fa da intermezzo sul finale della canzone. Ma sopratutto, la campana a morto non è un pò troppo?

VOTO FINALE : 5,4

IL CONSIGLIO:
Certo non è facile trattare temi sociali in musica. Pochi sono riusciti con ottimi risultati.
Nel caso de “La favola di Christian” c’era una possibilità: ovvero intendere il tutto come un prodotto video da 30 secondi volto a sensibilizzare l’opinione pubblica, magari puntando tutto sul testo recitato (quello dell’inizio) e sulle inquadrature.
Mi viene in mente Pappagalli verdi di Piero Pelù, dove Piero recita un brano di Gino Strada.

Saluto e ringrazio I Senzatetto che mi hanno fatto conoscere l’ennesima triste storia di guerra.

Buone sensibilizzazione,
MalcomX

Senzatetto

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